Tag

viaggio

Browsing

Viaggiare in tutto il mondo essendo celiaci? Si può!

La domanda che mi viene fatta più spesso dalle persone che incontro è: e come fai a viaggiare? In effetti qualche anno fa vivevo la celiachia come un grosso problema a livello sociale. Dato che soprattutto in Italia la maggior parte della nostra vita sociale ruota intorno a cene, aperitivi, colazioni e brunch, capite bene che il dover sempre dire di no o comunque fare quella che non ordina nulla a parte una bibita mi risultava essere abbastanza complicato. Sono forse una delle prime a cui è stata diagnosticata la celiachia, avevo 12 anni, ero nell’adolescenza, proprio quel periodo in cui non ti piace essere diverso dai tuoi coetanei, anzi vorresti solo omologarti a loro e fare tutto in simbiosi con loro, unito a questo il mio carattere: timida, con ansia da “oddio sono al centro dell’attenzione” e insicurezza…connubio perfetto!

Ma cos’è la celiachia?

Viene classificata con malattia autoimmune dell’intestino tenue. Ho sempre odiato la parola malattia, ma mai come adesso preferisco differenziarmi dalle intolleranze che quotidianamente le persone dicono di avere. Solitamente bisogna essere degli individui geneticamente predisposti o come la sottoscritta essere solo sfortunata dato che nessuno dei miei parenti è risultato positivo ai test.

A cosa siamo allergici?

A tutto! Scherzo ovviamente, siamo allergici alla proteina del glutine che è contenuta in diversi cereali quali: grano, orzo, farro e segale. Molti pensano che togliendo pasta pane e derivati il problema sia risolto, invece no, la proteina del glutine è in tantissimi altri alimenti dai piatti pronti, ai salumi e ai formaggi. Diciamo che noi celiaci dobbiamo essere veramente molto bravi a destreggiarci sulla lista degli ingredienti presenti nei vari alimenti.

Quali sintomi avevo?

TUTTI! La mia santa dottoressa sempre santa, specializzata in celiachia e in gastroenterologia appena mi ha visto sapeva già la diagnosi. Ero estremamente magra, non assorbivo nulla di quello che mangiavo, avevo sempre dolori addominali, tanto da non riuscire a stare in piedi, passavo giorni e giorni a letto, senza forza (anche a causa dell’anemia). Avevo tutti i sintomi di una vera e propria intossicazione ma a livello cronico.

Dopo la diagnosi?

Non è una cosa grave, ma credetemi nel quotidiano si fa sentire. La tua alimentazione deve cambiare completamente, devi inserire nuovi prodotti con la spiga sbarrata (simbolo che testimonia il glutenfree) devi imparare a cucinare e a trovare delle alternative ma soprattutto imparare a conoscerti, a conoscere il cibo e farci pace. Dopo aver fatto tutto questo, dovete educare le persone che vi circondano, io sono stata molto fortunata, genitori, fidanzato e nonni possono farvi a voce una lista di prodotti completamente senza glutine. Ricordo ancora mia nonna quando tornata da scuola per l’ansia da briciola mi girava la tovaglia al contrario (si sa mai che il nonno ha sbriciolato il pane cit.). C’è chi a casa ha stoviglie separate, io no, tanto finisce tutto in lavastoviglie e viene completamente disinfettato, l’unica accortezza che ho è di avere uno scaffale della credenza solo per me.

Ma andiamo al nodo centrale di questo articolo, come faccio quando viaggio?

Ho delle routine ben precise da seguire, sennò vado in ansia e penso al peggio.

  1. Innanzitutto io mi faccio sempre un’assicurazione sanitaria soprattutto per i paesi fuori dall’Europa, portandomi con me tesserino sanitario, la lista delle cose a cui sono allergica (la celiachia non è l’unica mia allergia) e una ricetta del medico scritta in italiano e inglese in cui viene detto che sono celiaca e che nella mia valigia trasporto prodotti senza glutine per la mia dieta. Questo lo faccio nel caso in aeroporto mi fermino il bagaglio per il controllo.
  2. Mi porto sempre dei medicinali che so essere fondamentali nel caso assuma glutine o abbia sintomi strani.
  3. Mi porto alcuni prodotti senza glutine, dividendoli un po’ tra bagaglio a mano e bagaglio in stiva. Lo faccio perché alle volte il bagaglio non arriva in aeroporto con te e per evitare di non averli, ma soprattutto per stare tranquilla, preferisco fare così. I prodotti che mi porto sono sempre: crackers, pasta, fette biscottate per la colazione e qualche dolcetto. In più un contenitore nel caso dovessi trasportarmi il cibo durante la giornata.
  4. Aggiunto a tutte queste accortezze quando prenoto per i miei viaggi, nell’alloggio, controllo sempre se è presente la cucina con stoviglie, è una caratteristica che non può mai mancare.
  5. Nell’organizzazione quotidiana del viaggio inserisco sempre  ristoranti\tavole calde che hanno il menù senza glutine, e che ho trovato facendo varie ricerche in internet.

Ovviamente esistono gli incidenti di percorso, non tutti conoscono questa problematica e non tutti sanno cucinare tenendolo in considerazione. Qui dovete intervenire voi, dovete far capire al ristoratore che è necessario seguire le vostre direttive e se non è presente nel menù l’opzione senza glutine, optare per quello più neutro: carne alla griglia e verdure, specificando sempre no PANE! Non sapete quanti piatti ho spedito indietro. Un accortezza che ho sviluppato è chiedere costantemente, ogni volta che vi portano il piatto, conferma del fatto che sia senza glutine. Imparate o scrivetevi come si dice senza glutine nella lingua del paese in cui andate e soprattutto fatevi un giro nei supermercati locali, a parte che è una routine che io e il mio ragazzo abbiamo perché lo troviamo divertente ma poi potrete rimanere sorpresi e trovare alternative glutenfree del posto. Sono perfettamente a conoscenza del fatto che non sia facile, perché devi sempre pensare prima al pranzo\cena e far sempre la guasta feste obbligando tra virgolette le persone a scegliere determinati ristoranti, ma non è colpa tua e in questi casi un po’ di amor proprio dovete tirarlo fuori. So perfettamente anche che la situazione è migliorata, prima acquistavo i prodotti solo in farmacia, ora in tutti i supermercati potete trovarli. Non è facile ma non è neanche ingestibile, dovete solo trovare come in tutte le cose il giusto compromesso e le vostre routine personali.

Due settimane in viaggio a Cuba: aspettatevi l’inaspettato!

Ormai sono tornata da più di tre settimane dal mio ultimo viaggio: quest’anno infatti abbiamo deciso di trascorrere le vacanze estive girando per Cuba. L’unica necessità che nell’organizzazione ci siamo prefissati di tenere in considerazione era la mia voglia di fare almeno 4 giorni al mare, e che mare! Per il resto è stata una vacanza molto movimentata e non solo per i diversi spostamenti, fatti per lo più con autobus e taxi collettivi ma anche per le esperienze stesse che abbiamo fatto nelle diverse città. ll programma di viaggio è stato il seguente: Havana per 3 giorni, Cayo Largo per 4 giorni, Havana per una notte,  Vinales per due giorni, Trinidad per tre come base, per poi spostarci con una gita giornaliera a Santa Clara e una notte all’Havana. Se avessimo avuto la possibilità di rimanere di più probabilmente saremmo arrivati fino a Santiago, ma con solo due settimane non era fattibile.

Ma partiamo dall’organizzazione pre partenza. Ovviamente avete bisogno del visto turistico, e se state organizzando il viaggio da soli vi basterà andare al consolato cubano della vostra città, sennò se siete di Milano, vi consiglio l’agenzia Cuba Point. Ve lo fanno al momento e il costo è uguale, mi sembra intorno ai 30 euro. Per quanto riguarda i soldi e i pagamenti a Cuba, non è così semplice ovviamente. Loro hanno due monete ma voi utilizzerete soltanto i Cuc. Ovviamente non potete pagare con la carta di credito ma solo con il contante, quindi o partite già con soldi liquidi oppure potete prelevare sul posto nelle banche cubane, fate attenzione perché le uniche carte ammesse sono le carte di credito con circuito Visa e non sono invece ammessi bancomat, carte circuito Maestro e il circuito Mastercard alle volte ha problemi. Piccolo consiglio: scaricatevi dall’Italia l’app per il telefono MAPS.ME, così avrete a disposizione le mappe offline e le indicazioni stradali (un grazie al mio fidanzato che ha trovato da bravo nerd questa app).  Detto questo tenete ben presente questa considerazione: i cubani sono un popolo che vive molto alla giornata, l’organizzazione è ai minimi termini e quindi la gestione della “parte turistica” rispecchia esattamente il loro modo di vivere. Perché vi dico questo? Perché quando vi scambierete email per cercare di capire la disponibilità della casa e informazioni varie ed eventuali, il tutto sarà molto vago con delle tempistiche di risposta abbastanza lunghe (anche settimane) e vi farà rimanere con l’ansia del: ma avranno capito? Ma avremo veramente una sistemazione arrivati là? Tutto questo accentuato dal fatto che hanno internet limitato, in quasi nessuna casa c’è il wifi e ancora adesso l’unica possibilità per usufruire di questo è comprando una tessera a ore (Electa) e recarsi in determinati posti della città, come piazze o parchi. Per ovviare a questa cosa potete anche comprare solo il biglietto dell’aereo e decidere tutto arrivati a Cuba, l’organizzazione sul posto non è complicata, in quanto appena arrivate e capiscono che siete turisti si avvicineranno per proporvi case, giri in auto e qualsiasi altra cosa turistica voi vogliate.

Ma dove alloggiare a Cuba?

Se siete delle persone che amano la comodità, ma soprattutto hanno un budget illimitato allora vi dico andate negli hotel, ma se invece volete vivere la vera Cuba e risparmiare almeno sugli alloggi e siete delle persone che si adattano facilmente scegliete la Casa Particular. Noi alcune le abbiamo scelte, dopo ore di ricerche da questo sito e altre semplicemente per consigli di amici che c’erano già stati e una direttamente dalla Lonely Planet. Condividerete la casa con loro, potrete scegliere se farvi preparare la colazione direttamente da loro e solitamente il costo è intorno ai 30 cuc a notte.

Come spostarsi da una città all’altra?

Ci sono tre opzioni: Taxi collettivo, cioè un taxi che condividerete con altri turisti (per l’organizzazione chiedete direttamente alla vostra casa particular) autubus oppure taxi privato con il taxista che vi farà da guida turistica. Noi abbiamo optato per le prime due. Prenotate le tratte con l’autobus quanto prima e vi direi anche di farlo prima di prenotare le case, i posti sono ridotti e molti turisti li utilizzano. La linea si chiama VIAZUL, abbastanza comodi e dotati di aria condizionata. Ricordatevi sempre di arrivare 60 minuti prima della partenza dell’autobus, dovete fare una sorta di check-in e le tempistiche cubane sono abbastanza lunghe e non fate come la sottoscritta di sbagliare mese nella prenotazione, grossa risata, abbiamo rischiato di non partire, ma ci hanno trovato due posti ugualmente. Ci aspettavamo un servizio pessimo da quanto avevamo letto su internet e nei vari blog, in realtà non abbiamo avuto problemi di orari o di bus cancellati, forse solo fortuna.

Iniziamo il nostro viaggio dall’Havana: suddivisa in tre zone Havana Veja, Vedado e Havana centro. Io vi consiglio di soggiornare nell’Havana vecchia, tutto quello che c’è da visitare si trova qui e in più alla sera potrete andare nei diversi locali a ballare la salsa, bere daiquiri come se non ci fosse un domani e vedere realmente Cuba. Questa è stata la nostra casa, Casa Amistad, ho adorato i proprietari Yadira, Lazzaro e la loro piccola bimba, estremamente gentili ma soprattutto simpatici. Se devo essere sincera è stata la casa dove meglio ci siamo trovati in tutta Cuba, pulita, zona perfetta e colazione leggermente più variegata rispetto alle altre (la questione cibo la affrontiamo dopo).

Cosa vedere\fare all’Havana?

  • Plaza de la catedral de la Habana veja

  • Castello del Morro/ cerimonia del canonazo

  • El Capitolio

  • Museo de la revolucion
  • Plaza de la revolucion

  • Plaza de San Francisco

  • Gran teatro de la Habana
  • Passeggiare sul Malecòn al tramonto

  • Prendere l’Habana bus tour, per intenderci il bus rosso che trovate in quasi tutte le capitali europee, ma credetemi qui ne vale veramente la pena, il giro dura 4 ore e raggiungete posti che da soli non è possibile visitare (per la distanza).

  • Andare a bere daiquiri al Floridita dove lo hanno creato, se riuscite meglio alla sera.

  • Andare all’Havana social club dove suonano i Buena Vista Social Club. Ci saranno ballerini di salsa e musicisti che vi faranno passare una serata indimenticabile.

“Decadente e magnifica, povera ma dignitosa, entusiasmante e allo stesso tempo frustrante, con un fascino incredibile”. Brendan Sainsbury meglio non poteva descrivere Cuba, ma in particolare l’Havana. Sono le stesse sensazioni che ho avuto io scoprendola: piena di contraddizioni, che spesso di spiazzano, con un popolo estremamente gioviale e amichevole, orgogliosi del loro modo di vivere e di quello che sono riusciti a guadagnarsi con sacrificio e soprattutto grazie alla rivoluzione. Dall’Havana ci siamo poi spostati a Cayo Largo del Sur. Per questa tratta ci siamo affidati ad un’agenzia, questa, in quanto costava meno prendere il pacchetto volo+albergo, piuttosto che le due cose singolarmente. Partite dal presupposto che questa è un’isola esclusivamente turistica, non c’è popolazione locale, ma troverete solo resort all-inclusive. Il male del turismo, lo so bene. Ma essendo l’unica opzione e volendo vedere il mare più bello, abbiamo deciso così, infatti le aspettative sulla bellezza sono soddisfatte a pieno, a parte il resort che personalmente non riesco a sopportare. Abbiamo alloggiato in questo, la spiaggia del resort è bella, ma ovviamente fate le escursioni quotidianamente e andate a Cayo Sirena e Cayo Paradiso, io appena arrivata avevo i lucciconi per la bellezza.

Finiti i nostri giorni di riposo siamo ritornati con l’aereo all’Havana per poi prendere l’autobus per Vinales (regione del Pinar del Rio), considerata il paradiso ecologico per eccellenza di Cuba, patrimonio dell’Unesco, caratterizzata dai famosi mogotes, bizzarre e gigantesche montagne calcaree disseminate in un territorio per il resto piatto e verdeggiante. A parte la casa in cui abbiamo soggiornato in cui non ci siamo trovati particolarmente bene (formiche e cibo), sono stati 3 giorni tra natura ed escursioni a cavallo tra piantagioni di tabacco e caffè. Anche qui per prenotare le varie escursioni affidatevi alla vostra casa particular, oppure sulla Lonely Planet ci sono diversi riferimenti. Fate il giro del parco a cavallo, non a piedi, troppo lungo il percorso e soprattutto vi serve una guida che vi mostri la strada e le varie piantagioni. Non serve essere abili nell’equitazione, i cavalli sono molto mansueti e coccoloni, abituati ormai ai turisti. Andate a vedere assolutamente il percorso di fabbricazione del sigari fatti dai campesinos e alla fine provateli.

Finiti i tre giorni andiamo a Trinidad, anche questa considerata patrimonio dell’Unesco. Alloggiate presso la Casa Munoz da Julio e Rosa. Ha una casa meravigliosa, molto moderna e lui è un personaggio veramente particolare, è un fotografo con un amore infinito per gli animali (in particolare i cavalli, si dice che sussurri ai cavalli). Prenotate quanto prima, perché essendo sulla Lonely Planet, ed essendo una delle case più belle ha molte prenotazioni.

Cosa vedere a Trinidad?

  1. Plaza Major e i suoi magnifici esempi di arte coloniale come il palazzo che ospita il Museo di Storia, la chiesa della Santissima Trinità, il Museo Romantico, la Chiesa e il Convento di San Francesco.
  2. Valley de los Ingenios. All’interno della via che collega Trinidad al capoluogo Sancti Spiritus, si trova una valle che era famosa per ospitare una serie di zuccherifici (gli ingenios) risalenti al XIX secolo, che furono in larga parte distrutti dalle ottocentesche guerre di indipendenza e che furono la ragione per la quale la produzione dello zucchero fu spostata a Matanzas.
  3. Torre di Iznaga. Risalente al XIX secolo, si trova all’interno della Valle de los Ingenios ed era utilizzata dai sorveglianti, per controllare gli schiavi  durante il loro lavoro nei campi e prevenire eventuali fughe. Oggi è possibile salire fino in cima per godere di una bella vista panoramica.

Per raggiungere gli ultimi due punti vi consiglio di noleggiare uno scooter per la giornata intera, e girarveli da soli. Noi abbiamo fatto così e ci siamo divertiti tantissimo e siamo riusciti a visitare tutto, sennò potete accodarvi ai tour organizzati con i bus.

Abbiamo deciso poi di fare una visita in giornata a Santa Clara dove c’è il mausoleo del Che e la seconda università più grande di Cuba. La  Città è passata alla storia per essere teatro dell’ultima battaglia tra l’esercito di Batista e la terza colonna di ribelli comandati da Ernesto Che Guevara.

Il nostro viaggio si è concluso poi con una notte all’Havana.

Considerazioni finali su Cuba. Rimane l’ultimo paese ufficialmente socialista dell’emisfero occidentale,  tra dominazioni, guerre e rivoluzioni ha una storia alle spalle pazzesca e tutto questo lo puoi vedere girandola. Hanno un patrimonio culturale immenso che deve essere salvaguardato in qualche modo, sono un popolo fiero di quello che hanno e ancor più fieri di quello che invece sono riusciti a lasciarsi dietro. Colori, musica e danza veramente sono parte di questo popolo, alle volte mi sono trovata in difficoltà perché lì c’è poco, poco di tutto e a volte scegliere non è possibile ma devi accontentarti e per te che arrivi da una realtà completamente opposta non è semplice. Sono state settimane intense, rilassanti per niente, ma con zaino in spalle e tanta curiosità. Detto questo mi raccomando: no ghiaccio, per quanto possibile, sì fermenti lattici e bottiglie sigillate. Grande risata. Da celiaca non è stato semplice, non conoscono questa tipologia di allergia e quindi non capiscono le tue necessità. Fate conto che comunque mangerete solo pollo, riso e pesce e fagioli. La loro cucina non è molto varia, ma piano piano stanno cercando di migliorare per quanto possibile, perché gli alimenti sono ancora pochi e con poca distribuzione.

Cosa ne pensate? Ci siete mai stati?

Due settimane in Giappone

La scorsa estate sono stata due settimane in Giappone con Abi. Viaggio organizzato totalmente da noi, e dato che spesso mi vengono chieste informazioni a riguardo, ho pensato di scrivere un post.

Abbiamo fatto da lunedì 29 agosto all’11 settembre. Se avessimo avuto una settimana in più sarebbe stato meglio, ma per problemi familiari e per lavoro ne avevamo due  😀 e ce le siamo godute al massimo.

Il Giappone è meraviglioso, è un mix di eccessi tecnologici e di tradizioni secolari che si portano dietro, adeguandole al nuovo. Mi sono innamorata della loro gentilezza, della loro cortesia e della loro disponibilità. Ci sono milioni di cose da fare, da vedere e prima di partire dovete farvi una lista con delle priorità ben definite, sennò impazzite perché volete vedere e fare tutto.

Ma partiamo con quello che dovete fare a casa 7 mesi prima della partenza.

Innanzitutto scegliete il periodo in cui andare: ad Aprile ci sono i ciliegi in fiore, io conto di tornarci in questo periodo, invece se volete andare per le vacanze estive ricordatevi una cosa: c’è un umidità che vi fa sudare anche se state immobili. Fa veramente molto caldo e per chi soffre di pressione bassa come la sottoscritta, lo svenimento è dietro l’angolo. Ma temeraria e con dello zucchero nello zaino non ho avuto, il mio ragazzo potrebbe dissentire, grandi problemi.

Scelto il periodo prenotate subito il volo, noi lo abbiamo pagato intorno ai 550 €, ma volendo lo potete trovare anche a meno. Abbiamo volato con la British Airways, all’andata, facendo scalo a Londra Heathrow e atterrando all’aeroporto di Tokyo-Haneda, se volete il diretto costa almeno 150 € in più. Per il ritorno invece siamo partiti da Haneda con scalo a Mosca e poi Milano.

Subito dopo attivatevi per due cose: Il Japan Railpass e il wifi portatile.

  • Il Japan Railpass è fondamentale se volete spostarvi all’interno del paese, dovete per forza averlo, perché il costo delle singole corse in treno è veramente molto alto e questo è l’unico modo per ammortizzare i costi. L’abbonamento è di circa 245€ per 7 giorni e dovete farlo qui a Milano nell’agenzia JTB Italy in via Ippolito Rosellini, chiamate prima di andare così il signore, ovviamente giapponese, vi preparerà già tutta la documentazione e vi spiegherà di persona quali tipi di treno potrete prendere (quelli del gruppo JR). Il numero di telefono è 02\72553333. Ricordate sempre che la documentazione che vi verrà consegnata qui in Italia dovrà poi essere sostituita con il documento di viaggio che vi verrà rilasciato negli uffici delle principali stazioni di Tokyo. Non spaventatevi: non è niente di impossibile. In questa agenzia, per i fan come me dello studio Ghibli :D, potrete acquistare i biglietti per il parco a tema che c’è a Tokyo. Prendeteli prima, sennò non riuscirete ad entrare, e con mesi di anticipo. Non tutti i giorni il parco è aperto e non tutti i giorni c’è disponibilità.
  • Wifi portatile: aggeggio essenziale, non solo per rimanere in contatto con il mondo, ma perché ci sarà sempre un momento della giornata in cui avrete bisogno di cartine, informazioni sui posti, traduzioni lampo. Noi lo abbiamo noleggiato da questo sito e lo abbiamo ritirato direttamente in aeroporto ad Haneda.

Se partite per il Giappone tenete bene a mente che non sempre le carte di credito e i bancomat vengono accettati: soprattutto in piccoli ristoranti e piccoli esercizi commerciali, infatti capita spesso che l’unico mezzo di pagamento siano i contanti. Trovate bancomat per il prelievo presso gli uffici postali nei conbini 7-Eleven e negli sportelli CityBank.

Dopo aver sbrigato queste formalità potrete concentravi sul viaggio vero e proprio.

Noi abbiamo scelto di rimanere a Tokyo per 7 giorni, per potercela visitare bene, poi Hiroshima, Kyoto per tre giorni, Nara,  una giornata in un tempio buddista a Koyasan, per poi ritornare a Tokyo e prendere l’aereo.

 

TOKYO:

Noi abbiamo prenotato con Airbnb e ci siamo trovati benissimo (https://www.airbnb.it/rooms/8380577). Questo è l’appartamento, piccolo, ma ha tutto ed è comodissimo per la zona e per la vicinanza con metropolitana\treni.

Ci siamo fatti un programma giornaliero e con guida alla mano ci siamo visti tutti i quartieri e le varie attrazioni, negozi, ristoranti del caso.

Nell’excel potete vedere i quartieri che giorno per giorno abbiamo visto. Per spostarvi utilizzate la metropolitana, è molto comoda ma a prima vista può sembrare complicata, in realtà è molto intuitiva. Sulla mappa della metro di Tokyo, ci sono le linee della società “Tokyo Metro” e la linea Yamanote Line della JR, mentre vengono tralasciate molte linee minori della JR che comunque non vi capiterà mai di prendere, quindi non preoccupatevi.

 

La metropolitana di Tokyo è la più trafficata al mondo e dispone di ben 13 linee gestite da due compagnie: Tokyo Metro e Toei.
A tutte le linee della metro sono assegnati un simbolo ed un colore in modo da renderle facilmente distinguibili, e per facilitare ulteriormente la comprensione, soprattutto ai turisti, ad ogni stazione  corrisponde un numero identificativo.

Questo è l’elenco delle linee della metro di Tokyo con i rispettivi simboli:

In tutte le stazioni sono presenti le macchinette elettroniche per l’emissione dei biglietti, con i comandi generalmente disponibili anche in lingua inglese, ma il modo più semplice per pagare la metro è utilizzare una Smart Card come Suica o Pasmo. La carta Suica può essere acquistata nelle biglietterie e distributori automatici delle stazioni JR, con un deposito iniziale di 500 yen più il costo della prima ricarica.
Utilizzarla è semplicissimo, non c’è bisogno di memorizzare o digitare alcun codice, basta portare la card sempre con se e appoggiarla su un apposito sensore elettronico ogni qualvolta si deve effettuare un pagamento, l’importo verrà automaticamente detratto dal saldo residuo della Suica.

Risolte queste formalità è ora di girare, metterò di seguito i posti del cuore che secondo me vanno visti. Ovviamente ce ne sono milioni, ma verrebbe un post lunghissimo, e comunque con guida alla mano (la Lonely Planet) trovate ad ogni angolo qualcosa per cui fermarvi.

  • ZOETROPE: whisky bar in cui dovete assolutamente andare, a parte la lista di whisky giapponesi che è allucinante, dovete conoscere il proprietario e vedere il bar. Su una parete proietta ogni sera i film su Godzilla, ovviamente in giapponese. Non spaventatevi se non trovate subito il posto, l’indirizzo è giusto dovete solo alzare il naso, è al terzo piano di un edificio. -10-14 Nishi Shinjuku
  • SUSHI ZANMAI: posticino molto carino ed economico per mangiare del buon sushi 🙂 1-1-13 Okubo, Shinjuku
  • ALICE IN FANTASY BOOK: dovete andarci e cenare lì. Ovviamente è tutto a tema Alice e vi daranno dei copricapo per cenare. Le cameriere sono fantastiche ad ogni portata vi canteranno canzoncine e vi faranno balletti (non stupitevi per loro è normale, tutto è kawaii). 1-6-2 Kabukicho | T-wing Bldg. B2 Shinjuku
  • SHINJUKU BATTING CENTER: volete giocare a baseball per la prima volta? andateci è una sala giochi, ma il bello appunto è quest’area riservata al baseball, dove vi potete cimentare e capire, come Abi, di essere abbastanza imbastiti. HAHAHAH 〒160-0022 Tokyo Shinjuku 
  • TAITO STATION: sala giochi bellissima! una serata dovete dedicarla a questo e a fare foto nelle macchinette superkawaii (indossando cose imbarazzanti). I giapponesi passano veramente ore e ore attaccati a dei videogames assurdi. 3 Chome-35-8 Shinjuku
  • DON QUIJOTE: centro commerciale con tutte le cavolate possibili e immaginabili. Preparatevi a spendere soldi e poi rendervi conto di quante cose avete preso, BELLISSIME. Shinjuku 
  • IL MERCATO DEL PESCE: per vedere l’asta del tonno (e credetemi ne vale la pena) dovete andare prestissimo, anche per le 3 di notte, perché c’è sempre fila e non è detto che riuscite ad entrare. E’ un luogo assurdo e vi vedete sfrecciare questi mezzi stranissimi a una velocità esagerata con su signori giapponesi sempre con il sorriso stampato in faccia. Fate colazione con il sushi più fresco e buono del mondo! Ginza
  • KABUKI-ZA: è un gioiellino, è un vecchio teatro in cui vi dovete soffermare per vedere le foto degli attori e perché no se riuscite e se conoscete il giapponese guardarvi pure uno spettacolo.〒104-0061 Ginza
  • ITOYA: la più grande cartoleria di Tokyo, piani e piani di quaderni, biro, post it, carta, astucci, diari, agende. 9 Chome-7-3 Ginza 
  • RILAKKUMA STORE: sì, sono una fan accanita e si sono impazzita, ho comprato di tutto dai calzini al bicchiere per bere l’acqua. Lo amo e qui trovate accessori con il suo faccione orsacchiottoso ovunque. 〒100-0005 Tokyo
  • INGRESSO DEL PALAZZO IMPERIALE: se prenotate la visita guidata potete vedere un pezzo del giardino all’interno. Ovviamente essendoci dentro l’imperatore, non è possibile entrare. Tokyo
  • TOKYO SKYTREE: è l’edificio più alto del Giappone, nasce come torre di trasmissioni di segnali, ma adesso è diventato un vero simbolo di Tokyo, con milioni di visitatori al giorno, potete fare foto con la skyline di Tokyo. Asakusa
  • TEMPIO SENSO-JI: tempio buddista, simbolo di Tokyo, appena arrivati davanti a voi vi trovate la cosiddetta porta del tuono, con anche una gigantesca lanterna rossa, oltrepassata questa seguite una stradina per arrivare al tempio vero e proprio, dovete potete trovare mercatini vari dove poter acquistare souvenir e tentare la fortuna. Asakusa
  • ANOMATE: è una catena di 40 negozi di anime, manga e giochi. Preparatevi a stare dentro circa due ore, c’è veramente di tutto. 1-20-7 East Ikebukuro, Toshima-ku Akihabara
  • NEKO CAFE JALALA: vi manca il vostro gattino? potete andare qui per coccolarne alcuni e bervi un caffè. Ci sono gatti cicciottosi e molto coccoloni. Io ovviamente avevo gli occhi a cuore. Akihabara
  • DAISO: anche questo negozio di cianfrusaglie, costa tutto 100 yen e potete trovare di tutto. Harajuku
  • MOOMIN BAKERY CAFE: è un personaggio svedese che adoro e ovviamente a Tokyo ci sono due posti a tema. Andateci è meraviglioso, vi porteranno pupazzoni giganti, cibo con su la sua facciona, tanti cuoricini. Tokyo Dome City, 1-1-1 Kasuga, Bunkyo-ku, Tokyo

 

Farò poi un post dedicato solo alla moda giapponese e a dove ho acquistato il vintage, e un post interamente dedicato a Kyoto 🙂