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Un weekend a Firenze – Ristoranti senza glutine

Buongiorno a tutti, in questa bellissima giornata di sole milanese volevo raccontarvi del mio weekend a Firenze del mese scorso. Ho alloggiato in una casa bellissima, a Santo Spirito, dietro praticamente a Palazzo Pitti, trovata su airnb, questo è il link della casa. Per questa volta non avevamo dei piani stabiliti, sapevo solo che volevo rivedere gli Uffizi con le mostre annesse e farmi una passeggiata senza un programma stabilito. Ma in realtà cos’ho fatto a Firenze per tre giorni? HO MANGIATO, tantissimo, forse troppo. Ma i fiorentini oltre a offrirti sempre da bere, hanno porzioni assurde e continuano a portarti cibi ai quali non puoi assolutamente dire di no. Ammetto che è una delle cucine tradizionali italiane più buone, a mio giudizio.

 

Ho ovviamente fatto una lista dei ristoranti da provare, quelli senza glutine hanno il simbolo GF in fondo alla descrizione:

  • LA GRATELLA. Non so neanche da dove iniziare, so solo che mi sono slogata la caviglia uscendo dal locale ed ero talmente piena che non riuscivo neanche a parlare. Personale di sala favoloso. Cosa abbiamo mangiato? Mi vergogno anche a scriverlo: antipasti con salumi tipici del casentino, pappardelle al cinghiale per me e per Abi la ribollita. Poi sei a Firenze vuoi un gareggiare con il tuo vicino di tavolo su chi mangerà più fiorentina? Ecco il mio fidanzato è riuscito a mangiarsi una bistecca grande quanto il tavolo, io ne avrò mangiata un terzo con contorno di patate arrosto. Avevo gli occhi a cuore, e comunque abbiamo vinto noi.  Ho solo una foto per farvi capire lo stato d’animo della cena. GF
  • QUINOA. La sera dopo avevo bisogno di depurarmi e volevo provare questo posto. Tutto il menù è senza glutine, la location è veramente bellissima e abbiamo anche mangiato molto bene. “Il menù coniuga i sapori della tradizione e quelli della cucina orientale per offrire piatti dai sapori decisi”, io consiglio il riso vialone con zucca e amaretti e come antipasto la papa rellena che è una patata ripiena di funghi porcini e formaggi. GF
  • MERCATO CENTRALE DI FIRENZE. Aperto tutti i giorni, potete pranzare e comprare prodotti tipici, dovete saper scegliere, perché oltre ai produttori locali ci sono banchetti acchiappa turisti che non vendono cose realmente toscane. GF
  • LA BUCHETTA. Piatti toscani tra scaffali di vino e tappi. Qui finalmente sono riuscita a mangiare i Pici, ovviamente una rivisitazione senza glutine, ma hanno sempre pasta fresca gluten free. Varamente ottimi. GF
  • L’ANTICO TRIPPAIO. Panini con la porchetta e il lampredotto e trippa alla fiorentina serviti in un piccolo chiosco in piazza dei Cimatori.
  • STARBENE Firenze. Una Bakery dove potete fare colazione e pranzare, totalmente senza glutine. GF
  • RISTORANTE HOSTARIA IL DESCO. A pochi passi dal Ponte Vecchio, conduzione famigliare e piatti tipici toscani. GF

Più o meno la passeggiata è stata questa. Siamo partiti da Piazza del Duomo, piena zeppa di turisti giapponesi che si facevano selfie tra cavalli e palazzi. Poi siamo arrivati a Piazza della Signoria, siamo entrati alla Galleria degli Uffizi (il giorno prima avevamo prenotato i biglietti, per evitare la lunga coda), la visita è durata più o meno due ore e mezza. Da qui siamo arrivati al Ponte Vecchio. Sosta a casa, poi palazzo Pitti con il giardino di Boboli e infine Santo Spirito. 

Viaggiare in tutto il mondo essendo celiaci? Si può!

La domanda che mi viene fatta più spesso dalle persone che incontro è: e come fai a viaggiare? In effetti qualche anno fa vivevo la celiachia come un grosso problema a livello sociale. Dato che soprattutto in Italia la maggior parte della nostra vita sociale ruota intorno a cene, aperitivi, colazioni e brunch, capite bene che il dover sempre dire di no o comunque fare quella che non ordina nulla a parte una bibita mi risultava essere abbastanza complicato. Sono forse una delle prime a cui è stata diagnosticata la celiachia, avevo 12 anni, ero nell’adolescenza, proprio quel periodo in cui non ti piace essere diverso dai tuoi coetanei, anzi vorresti solo omologarti a loro e fare tutto in simbiosi con loro, unito a questo il mio carattere: timida, con ansia da “oddio sono al centro dell’attenzione” e insicurezza…connubio perfetto!

Ma cos’è la celiachia?

Viene classificata con malattia autoimmune dell’intestino tenue. Ho sempre odiato la parola malattia, ma mai come adesso preferisco differenziarmi dalle intolleranze che quotidianamente le persone dicono di avere. Solitamente bisogna essere degli individui geneticamente predisposti o come la sottoscritta essere solo sfortunata dato che nessuno dei miei parenti è risultato positivo ai test.

A cosa siamo allergici?

A tutto! Scherzo ovviamente, siamo allergici alla proteina del glutine che è contenuta in diversi cereali quali: grano, orzo, farro e segale. Molti pensano che togliendo pasta pane e derivati il problema sia risolto, invece no, la proteina del glutine è in tantissimi altri alimenti dai piatti pronti, ai salumi e ai formaggi. Diciamo che noi celiaci dobbiamo essere veramente molto bravi a destreggiarci sulla lista degli ingredienti presenti nei vari alimenti.

Quali sintomi avevo?

TUTTI! La mia santa dottoressa sempre santa, specializzata in celiachia e in gastroenterologia appena mi ha visto sapeva già la diagnosi. Ero estremamente magra, non assorbivo nulla di quello che mangiavo, avevo sempre dolori addominali, tanto da non riuscire a stare in piedi, passavo giorni e giorni a letto, senza forza (anche a causa dell’anemia). Avevo tutti i sintomi di una vera e propria intossicazione ma a livello cronico.

Dopo la diagnosi?

Non è una cosa grave, ma credetemi nel quotidiano si fa sentire. La tua alimentazione deve cambiare completamente, devi inserire nuovi prodotti con la spiga sbarrata (simbolo che testimonia il glutenfree) devi imparare a cucinare e a trovare delle alternative ma soprattutto imparare a conoscerti, a conoscere il cibo e farci pace. Dopo aver fatto tutto questo, dovete educare le persone che vi circondano, io sono stata molto fortunata, genitori, fidanzato e nonni possono farvi a voce una lista di prodotti completamente senza glutine. Ricordo ancora mia nonna quando tornata da scuola per l’ansia da briciola mi girava la tovaglia al contrario (si sa mai che il nonno ha sbriciolato il pane cit.). C’è chi a casa ha stoviglie separate, io no, tanto finisce tutto in lavastoviglie e viene completamente disinfettato, l’unica accortezza che ho è di avere uno scaffale della credenza solo per me.

Ma andiamo al nodo centrale di questo articolo, come faccio quando viaggio?

Ho delle routine ben precise da seguire, sennò vado in ansia e penso al peggio.

  1. Innanzitutto io mi faccio sempre un’assicurazione sanitaria soprattutto per i paesi fuori dall’Europa, portandomi con me tesserino sanitario, la lista delle cose a cui sono allergica (la celiachia non è l’unica mia allergia) e una ricetta del medico scritta in italiano e inglese in cui viene detto che sono celiaca e che nella mia valigia trasporto prodotti senza glutine per la mia dieta. Questo lo faccio nel caso in aeroporto mi fermino il bagaglio per il controllo.
  2. Mi porto sempre dei medicinali che so essere fondamentali nel caso assuma glutine o abbia sintomi strani.
  3. Mi porto alcuni prodotti senza glutine, dividendoli un po’ tra bagaglio a mano e bagaglio in stiva. Lo faccio perché alle volte il bagaglio non arriva in aeroporto con te e per evitare di non averli, ma soprattutto per stare tranquilla, preferisco fare così. I prodotti che mi porto sono sempre: crackers, pasta, fette biscottate per la colazione e qualche dolcetto. In più un contenitore nel caso dovessi trasportarmi il cibo durante la giornata.
  4. Aggiunto a tutte queste accortezze quando prenoto per i miei viaggi, nell’alloggio, controllo sempre se è presente la cucina con stoviglie, è una caratteristica che non può mai mancare.
  5. Nell’organizzazione quotidiana del viaggio inserisco sempre  ristoranti\tavole calde che hanno il menù senza glutine, e che ho trovato facendo varie ricerche in internet.

Ovviamente esistono gli incidenti di percorso, non tutti conoscono questa problematica e non tutti sanno cucinare tenendolo in considerazione. Qui dovete intervenire voi, dovete far capire al ristoratore che è necessario seguire le vostre direttive e se non è presente nel menù l’opzione senza glutine, optare per quello più neutro: carne alla griglia e verdure, specificando sempre no PANE! Non sapete quanti piatti ho spedito indietro. Un accortezza che ho sviluppato è chiedere costantemente, ogni volta che vi portano il piatto, conferma del fatto che sia senza glutine. Imparate o scrivetevi come si dice senza glutine nella lingua del paese in cui andate e soprattutto fatevi un giro nei supermercati locali, a parte che è una routine che io e il mio ragazzo abbiamo perché lo troviamo divertente ma poi potrete rimanere sorpresi e trovare alternative glutenfree del posto. Sono perfettamente a conoscenza del fatto che non sia facile, perché devi sempre pensare prima al pranzo\cena e far sempre la guasta feste obbligando tra virgolette le persone a scegliere determinati ristoranti, ma non è colpa tua e in questi casi un po’ di amor proprio dovete tirarlo fuori. So perfettamente anche che la situazione è migliorata, prima acquistavo i prodotti solo in farmacia, ora in tutti i supermercati potete trovarli. Non è facile ma non è neanche ingestibile, dovete solo trovare come in tutte le cose il giusto compromesso e le vostre routine personali.

6 ristoranti vegetariani e glutenfree a Milano

Complice il fatto che sono a dieta stretta e ho deciso di ridurre notevolmente il consumo di carne, in queste ultime settimane ho provato esclusivamente ristoranti vegetariani\vegani\glutenfree a Milano. Io stessa era un pochino prevenuta, pensavo di alzarmi dal tavolo e di avere ancora fame, ma non è così! Ho trovato delle alternative veramente squisite e ricche, io stessa ho cercato a casa di riprodurre alcuni piatti.

Ma partiamo subito con il nuovo arrivato: Soul Green

Lo trovate in piazza Principessa Clotilde, a pochi passi dalla metro Repubblica. Cucinano interamente senza glutine, con ingredienti naturali, organici e di alta qualità. Il loro menù è composto da bowls, che sono piatti unici completi e bilanciati: saziano alla grande, anzi forse per la sottoscritta sono anche esagerati. In alternativa potete trovare insalate con all’interno qualsiasi tipo di ingredienti, con associazioni di sapori che mai avreste pensato, in più c’è una ricca scelta di burger, anche qui fatti con qualsiasi tipo di legume, spezie, verdura.

L’acqua è gratuita e in più potete accompagnare il pasto con un juice, ne hanno davvero tantissimi, io ho preso quello con la barbabietola e ne ero entusiasta. Mi è piaciuto tantissimo il locale, pieno di piante e fiori,  il personale è molto cortese, i prezzi sono medio alti, ricordatevi di prenotare. Come direbbe il mio ragazzo è molto Giuliesco come posto 😀

Passiamo poi a un ristorante che è completamente l’opposto di quello appena presentato: Alhambra Ristoveg.

Posto molto spartano, buffet con possibilità di take-away, cucina etnica rivista in chiave veg. Per me è in assoluto il migliore, super colorato, con mille primi, mille secondi cucinati da questi ragazzi sempre con il sorriso stampato in faccia. C’è la possibilità di cenare o pranzare lì, ma consiglio veramente di prenotare, è sempre sempre pieno di gente. Io quando non so che mangiare per cena o sono pigra, passo dentro e mi prendo da portare a casa un piattone di verdure (detto così è veramente riduttivo, dovete provarlo). Si trova in via San Gregorio 17, tra Porta Venezia e Corso Buenos Aires. Per il senza glutine chiedete ai ragazzi, vi indicheranno cosa potete prendere, praticamente tutto a parte il seitan che per noi celiaci è la morte.

Mantra raw vegan. Qui si va sull’estremo.

Vegano, crudista e pure gluten free. Direte “e che cacchio mangio”? Si mangia! Loro offrono sia la colazione, il pranzo e la cena. Hanno “paste” alternative, potete trovare spaghetti di zucchine, ravioli di zucca (buonissimi) paste di carote, utilizzano veramente qualsiasi tipo di verdura e frutta e combinano piatti e ingredienti che neanche immaginate. Potete anche acquistare i cracker e una granola alternativa che è stata la mia merenda per tutta settimana scorsa. Il servizio è da migliorare, nel senso che si sono dimenticati le ordinazioni e abbiamo aspettato un pochino prima di avere i piatti. Il locale è veramente molto bello e voglio assolutamente la carta da parati con tutti gli avocado e le verdure. Lo trovate in via Panfilo Castaldi (fermata Porta Venezia, una traversa di Viale Tunisia). Prezzo medio alto.

Passiamo ad un altro posto del cuore: Arcobaleno vegetariano. Non so neanche come potervelo descrivere, è stata una serata in cui i due proprietari ci hanno coccolato.

Eravamo da soli (la zona non è molto trafficata durante la settimana, soprattutto la sera) quindi si sono interamente dedicati a noi, facendoci sentire a casa. Ci hanno spiegato la loro cucina, il loro modo di mischiare gli ingredienti e di scoprirne di nuovi. Organizzano molto spesso serate a tema, ad esempio meno di un mese fa hanno fatto una serata interamente dedicata allo yoga e all’alimentazione, invitano professionisti per trattare tematiche importanti associate all’alimentazione, al veg e molto spesso al gluten free. Lo trovate in viale Enrico Martini 9, Corvetto.

Pezzo gigante di torta che ovviamente ho solo assaggiato (causa dieta), ma era buonissima! Fatta con grano saraceno, perché sapevano che arrivava una celiaca a cena 😀

La Vecchia latteria. In pieno centro, in via dell’Unione è una piccola traversa di Via Torino.

Mi ci hanno portato le mie amiche per una pausa pranzo veloce. Conta una cinquantina di posti e oltre ad esserci Nina, la cagnolona che vi accoglie all’ingresso, è un posto che sa molto di vecchia Milano. Cucina una signora che gira anche fra i tavoli chiedendovi se gradite e se volete anche il bis. La specialità sono questi misti forno, che vi danno la possibilità di assaggiare un po’ tutti i primi e i secondi presenti nel menù, dato però che io ero in pausa lavoro e sono a dieta, la prima volta ho optato per delle uova con formaggio e spinaci e la seconda volta per un riso alla menta e formaggio veramente ma veramente buono. Le altre mi confermano la bontà del misto forno (anche il mio ragazzo che ho trascinato la settimana scorsa).

 

Per ultimo ma non meno importante il Govinda. Leggermente diverso dagli altri, nasce come centro culturale Hare Krishna, infatti mentre pranzate c’è la musica in sottofondo e le signore che vi accolgono sono vestite con gli abiti tipici. La loro filosofia del cibo si basa sul vegetarianismo spirituale e i chakra, infatti vi verrà portato un vassoio con 7 pietanze (7 come i chakra), per i celiaci sono 6.

“Egli usava la sua eccezionale abilità culinaria per preparare pietanze squisite destinate al piacere di Krishna e dei giovani che visitavano il tempio. Gustando questo cibo santificato (in sanscrito prasada o ‘misericordia di Dio’), essi rimasero ancora più attratti al bhakti-yoga, la scienza della devozione a Krishna”.

Per poter pranzare da loro, abbiamo dovuto fare una tessera per l’associazione con il costo di 5 euro, ma sinceramente non mi è pesata la cosa, perché avendo questa tessera abbiamo diritto a presenziare a diverse conferenze ed eventi che tengono in tutta Milano. In più la signora molto gentile, vedendomi particolarmente interessata allo yoga e all’alimentazione, mi ha regalato due libri con queste due tematiche. Il riso al radicchio era veramente buonissimo e l’acqua che vi viene portata è aromatizzata e potete anche scegliere una tisana depurativa alla fine del pasto. Io un’ora per sceglierla… ce ne sono tantissime! Lo trovate in Via Valpetrosa, tra Cordusio e Missori.

5 giorni tra Israele e Palestina

Non è stato un viaggio facile, ma credo che entri tra i paesi più belli che fino ad adesso ho visitato.

Mentre ero in aereo per tornare a casa pensavo: non riesco bene a inquadrarli, come popolazione e come Paese, non riesco a definire una loro caratteristica comune, una loro identità. Sono diversi tra loro, ma non solo d’aspetto, sono proprio culturalmente uno l’opposto dell’altro e secondo me è questa la meraviglia di quei luoghi, ci sono delle contrapposizioni che sono talmente tanto visibili che ti spiazzano. Non parlo solo di religioni diverse, qui si va ben oltre, hanno un vissuto, una storia che veramente tocchi con mano. Ammetto che in determinate parti del viaggio ho avuto paura, ci siamo trovati in situazioni anche abbastanza pericolose, che ti fanno sempre però rendere conto che la guerra, la povertà non sono poi così lontane da noi. Sono molto consapevoli di avere “sorry, big big problems here”, parole che più e più volte mi sono sentita dire da gente del posto che abbiamo conosciuto, quasi come se volessero scusarsi, come se volessero farti capire che ci sono delle problematiche che non li fanno vivere con serenità. Forse tutto gira intorno alla parola tolleranza, che etimologicamente vuol dire avere un atteggiamento di rispetto o di indulgenza verso comportamenti, idee o convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie. Ma ancora una volta in questi paesi si va ben oltre, ci sono faccende politiche e religiose del passato e del presente che rendono difficile l’accettazione, soprattutto nel quotidiano.

L’itinerario che abbiamo deciso di impostare è stato frutto di varie letture di articoli e post sui blog, e di amici che già c’erano stati. Abbiamo ovviamente evitato le zone ad alto rischio, scoprendo con mano che anche quelle che vengono definite “tappe turistiche” si possono a loro volta rivelare “pericolose”.  Sono partita giovedì 2 Febbraio con Abi e siamo atterrati a Tel Aviv, circa 4 ore di viaggio, aspettatevi mille domande dalla polizia aeroportuale per il visto d’entrata. Abbiamo noleggiato una macchina israeliana a Tel Aviv, consapevoli di non poter andare in zone palestinesi con quel mezzo, in quanto l’assicurazione non copriva gli eventuali danni.

Arrivati a Tel Aviv…

Non me la aspettavo assolutamente così, è una città di mare molto giovanile, con tantissimi locali in cui bersi un cocktail o passare una serata a chiacchierare con della musica in sottofondo. Noi abbiamo prenotato con Booking e abbiamo soggiornato in una casa veramente carina, lo stabile è appena stato ristrutturato, si chiama Rena’s house. Per la sera proprio sotto casa c’è un locale  in cui potete bervi qualcosa e fare amicizia con la gente del posto (sono persone molto amichevoli). Se avete a disposizione una giornata intera, dovete assolutamente andare nella vecchia Jaffa, dove c’è uno dei porti più antichi del mondo, sarete circondati da signori che giocano a backgammon prendendo il sole e da centinaia di gatti che aspettano cibo e coccole. Qui trovate anche il più grande mercato della città, il Caramel Market, in cui potete pranzare con le specialità gastronomiche del posto: hummus, falafel e pane artigianale. La  passeggiata del lungomare è perfetta per una piacevole camminata, molto popolare anche per fare jogging. Ci sono tanti ottimi ristoranti, caffè e gelaterie, noi ci siamo fermati allo stabilimento Banana Beach: potete noleggiare tavolino e sedia e bervi qualcosa in spiaggia, o addormentarvi come la sottoscritta.

Per il senza glutine sono veramente molto aggiornati e preparati sull’argomento, unica accortezza, dato che non tutti parlano la lingua inglese e cimentarsi nell’ebraico è una cosa abbastanza impossibile, scaricate dal sito Celiachia Israele la traduzione in cui descrivete le vostre allergie alimentari.

Io ho fatto colazione\pranzato\cenato con molta tranquillità in questi posti:

  • Aroma: è una catena di coffee shop e hanno delle opzioni senza glutine, tra cui il pane e una brioche al cioccolato (molto buona).
  • Hummus Abu Hassan: Piattone di hummus di ceci con delle loro spezie, veramente buono! Solitamente viene accompagnato dalla pita ma essendo celiaca sigh non ho potuto mangiarla.

  • Meshek Barzilay: locale molto bello, vegetariano con le alternative senza glutine segnalate sul menù.

  • Sabich o Johnny’s Falafel: non abbiamo bene capito quale sia il vero nome, ma sono riuscita a mangiare il sabich. Fate conto che la maggior parte dei piatti sono vegetariani, segnalate invece che avete bisogno del senza glutine, ci metterà un pochino di più a prepararvelo e fategli usare posate diverse per la preparazione.

Vi metto anche la mappa di vari posticini che avevo trovato in internet che fanno il senza glutine, non li ho provati direttamente ma dalle varie recensioni che ho letto sembrano essere sicuri.

Da Tel Aviv ci siamo poi spostati a Gerusalemme (con la macchina noleggiata). Abbiamo soggiornato qui e ci siamo trovati molto bene, in centrissimo ed era veramente molto grande l’appartamento.

Descrivere Gerusalemme è quasi impossibile, è una città magica, in ogni angolo c’è qualcosa per cui fermarsi, ci sono luoghi che dovete assolutamente vedere non per forza come luoghi di culto.

Il cuore di Gerusalemme è la Città Vecchia divisa in 4 quartieri: Ebraico, Armeno, Cristiano e Musulmano. Tra le sue mura vi sono i luoghi significativi delle tre maggiori religioni del mondo: il Muro Occidentale, sacro agli Ebrei, la chiesa del Santo Sepolcro, e la Cupola della Roccia sul Tempio del Monte. 
  • Haram el-Sharif o Monte del Tempio- Spianata delle Moschee, in cui si ergono la Cupola della Roccia, una cupola d’oro che rappresenta uno dei primi esempi di architettura islamica, e la Moschea al-Aqsa.

  • Muro del pianto chiamato anche Muro Occidentale o in ebraico Kotel. Fatto costruire da Erode duemila anni fa durante il rinnovamento del Secondo Tempio di Gerusalemme. Chiunque può avvicinarsi e inserire un bigliettino contenente una preghiera tra le fessure delle grosse pietre, l’importante è che uomini e donne vi accedano da lati diversi.

  • La Basilica del Santo Sepolcro. Questo è il sito più sacro alla religione Cristiana e ricorda il luogo in cui Gesù è stato crocifisso e sepolto. La chiesa originale fu costruita dall’Imperatore Costantino nel IV secolo e ampliata dai Crociati nel 1149. E’ la Chiesa delle Chiese in quanto in essa si riuniscono ben sei diversi gruppi cristiani: i Greci ortodossi, i Francescani, gli Armeni, i Siriani, i Copti e gli Etiopi e tutti quanti condividono lo spazio e le rispettive tradizioni. Per arrivarci potete percorrere la via Dolorosa, bellissima da fare: sono le prime 10 tappe che Gesù ha fatto prima di essere crocifisso. Anche se non siete credenti è assolutamente da fare, per le vie piene di negozi\bancarelle e per la varietà di gente che veramente vi lascerà a bocca aperta.

Ma se volete veramente vedere cos’è Gerusalemme dovete o passare dalla Porta di Damasco, una delle sette porte e a mio giudizio la più bella, qui c’è sempre un grande via vai per i numerosi mercati che ci sono, io ne sono rimasta affascinata, è un luogo fuori dal mondo, oppure andare al mercato Mahane Yehuda. Ci sarei stata per ore e ore. Colori, persone, cibo, fantastico!

Ricordatevi sempre dello shabbat per gli ebrei, è la loro festa del riposo, si svolge il sabato ma già dal venerdì alle 14 si ferma il mondo. Non scherzo, spengono le luci, i locali per la maggior parte sono chiusi, ma soprattutto non ci sarà in giro nessuno. Infatti per il pomeriggio di venerdì e la giornata di sabato proprio per questo ci siamo avventurati verso il Mar Morto (Ein Bokek per fare il bagno) Masada e il Monastero di St George (zona palestinese, vicino a Gerico).

Non potete saltare queste tappe: i paesaggi che vedete sul Mar morto non li vedrete da nessun’altra parte, ma soprattutto dovete andare a Masada, è un’antica fortezza situata a 400 metri e se siete coraggiosi potete fare il Sentiero del Serpente a piedi, ma dato che era sotto al sole e già le temperature erano abbastanza alte abbiamo optato per la funivia. Meravigliosa e c’è una vista mozzafiato.

Altra cosa da fare assolutamente a Gerusalemme, i biglietti però dovete acquistarli prima, è “La notte spettacolare”. Lo spettacolo si svolge nella parte del cortile della Cittadella della Torre di Davide, quindi è meglio vestirsi pesanti (ricordo che le sere di Gerusalemme possono essere anche molto fredde). Lo show dura circa 45 minuti e celebra i 4000 anni di storia di Gerusalemme, attraverso suoni, musiche e immagini che vengono proiettate sulle mura della città. Credetemi è emozionante e rimarrete a bocca aperta.

Ecco qui, questo è stato il mio viaggetto, ovviamente non sono dei territori tranquilli, non ho menzionato Betlemme, perché abbiamo avuto una brutta esperienza, ma sono dei luoghi pieni di storia e come dicevo all’inizio del post ci sono molte situazioni irrisolte che potrebbero creare situazioni spiacevoli. I soldati sono tanti e alle volte vi stupirete dalla quantità di esercito che gira. I ragazzi\e hanno la leva obbligatoria, quindi vedrete diciottenni girare tranquillamente per la città con zaino e mitra in mano, ammetto che fino all’ultimo giorno non sono riuscita ad accettare questa cosa e mi sentivo parecchio a disagio. I check point israeliani sono tanti, ma i controlli sui turisti sono abbastanza veloci. Ovviamente se volete andarci siate consapevoli del tipo di viaggio e di posto che state visitando.

Cosa ne pensate? Ci siete già stati?

 

Una giornata per coccolarsi a Milano

Prendere un respiro da tutti e tutto per molti è impossibile da fare a Milano. Beh a me capita almeno una volta a settimana di dedicarmi del tempo e di passare una giornata da sola: andando al cinema, alle mostre o in quei negozietti in cui non riesci a trascinare il fidanzato o gli amici.

Ecco qui le mie otto tappe perfette per una giornata senza pensieri e senza lavoro. Percorso che molto probabilmente starò facendo oggi stesso (giovedì 19 gennaio) dato che sono libera.

Solitamente se ho anche la mattinata libera inizio facendo yoga o a casa oppure in un centro qui vicino a me, poi vedo le mie infinite liste e decido dove andare e se c’è bisogno di un’eventuale prenotazione mi attivo per farla.

  • Mudec: Inizio in Porta Genova, precisamente in via Tortona 56. Dal 28 ottobre al 26 febbraio c’è la mostra dedicata all’artista di New York Jean Michel Basquiat, morto quando aveva 27 anni.

  • Valà: cammin facendo sicuramente mi verrà fame. Ho scoperto questo posticino, molto carino, glutenfree e buono. Unica accortezza: dovete prenotare perché è sempre pieno di gente. Si trova in via Daniele Crespi 14.

  • Funky Table: pausa per un mini shopping veloce. Negozio che vende oggetti per la casa che arrivano da tutto il mondo. L’ultima volta sono riuscita a comprare un tappeto per la sala, bellissimo! Si trova in via Santa Marta 19.

  • Osservatorio Fondazione Prada: si trova nella Galleria Vittorio Emanuele, quindi in centrissimo. La mostra che dovete assolutamente andare a vedere  è Give me Yesterday, c’è fino al 12 Marzo. Le opere esplorano l’uso della fotografia come diario personale, in un arco di tempo che va dall’inizio degli anni 2000 a oggi. Ci sono diversi artisti, tra cui la mia adorata Izumi Miyazaki.

  • Cavalli e nastri: se sono in quella zona passo per forza a vedere la vetrina, è un negozio che vende vintage di lusso e io sbavo sempre su borse e accessori. A Natale per la mia mamma ho trovato qui un meraviglioso foulard Gucci vintage, ed è stato molto apprezzato. Si trova in Via Gian Giacomo Mora 3.

  • Se c’è il sole come in questi giorni, assolutamente una tappa all’Orto botanico di Brera. Sembra di essere in Alice nel paese delle meraviglie 😀 e poi perché no un mini giro alla Pinacoteca. Via Brera 28.

  • Un caffè bisogna per forza prenderlo in Corso Como 10, per poi salire al piano di sopra e visitare la Galleria Carla Sozzani. In questo momento c’è una mostra di Nobuyoshi Araki, fotografo giapponese, i cui temi principali sono i nudi, i ritratti e composizioni floreali. La consiglio e c’è fino al 26 Marzo.

  • e infine concludo con un film all’Anteo. Probabilmente andrò a vedere quello nuovo di Scorsese, Silence. Lo avete già visto?

Ma la lista dei film da vedere è molto lunga e anche quella delle serie tv. Mannaggia a Netflix!

E  voi? in quali posti andate per riprendervi dal caos lavorativo?